Hannah Arendt
Hannah Arendt (1906-1975), filosofa tedesca, allieva di Heidegger e Jaspers, emigrata nel 1933 dalla Germania in Francia a causa delle persecuzioni contro gli ebrei, dal 1941 ha insegnato nelle più prestigiose università degli Stati Uniti. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: Le origini del totalitarismo (Bompiani, 1978, 1982), Il futuro alle spalle (il Mulino, 1981), Sulla rivoluzione (Edizioni di Comunità, 1983), La disobbedienza civile e altri saggi (Giuffrè, 1985), Politica e menzogna (SugarCo, 1985), La vita della mente (il Mulino, 1987), Rahel Varnhagen (il Saggiatore, 1988), Vita activa (Bompiani, 1989, 1994), Tra passato e futuro (Garzanti, 1991), La lingua materna (Mimesis, 1993), Il pescatore di perle. Walter Benjamin 1892-1940 (Mondadori, 1993), Cos’è la politica (Edizioni di Comunità, 1995), Verità e politica (Bollati Boringhieri, 1995), Sulla violenza (Guanda, 1996), Ritorno in Germania (Donzelli, 1996); e con Feltrinelli: La banalità del male (1964), il carteggio con Jaspers, Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica (1988), Ebraismo e modernità (1993), Archivio Arendt. 1. 1930-1948 (2001), Archivio Arendt. 2. 1950-1954 (2003), Antologia. Pensiero, azione e critica nell’epoca dei totalitarismi (2006).