Luigi Di Ruscio
Luigi Di Ruscio (Fermo, 1930 - Oslo, 2011), autodidatta (consegue soltanto la licenza elementare), studia da solo classici americani, francesi e russi, la filosofia greca, saghe della mitologia nordica, l’opera di Benedetto Croce. Nel 1953 una giuria presieduta da Salvatore Quasimodo gli assegna il premio Unità. Nel 1957 si trasferisce in Norvegia, dove lavora per quarant’anni in una fabbrica metallurgica, e si sposa con una cittadina norvegese da cui avrà quattro figli. Ha collaborato con lavori poetici e interventi in prosa a varie riviste e giornali (tra gli altri: “Momenti”, “Il contemporaneo”, “Realismo lirico”, “Ombre rosse”, “Alfabeta”, “il manifesto”, “Azimut”). Ha scritto numerose opere di poesia (tra le quali: Non possiamo abituarci a morire, prefazione di Franco Fortini; Le streghe s’arrotano le dentiere, prefazione di Salvatore Quasimodo; Istruzioni per l’uso della repressione, presentazione di Giancarlo Majorino; L’ultima raccolta, prefazione di Francesco Leonetti) e di narrativa (tra le più importanti: Palmiro, La neve nera di Oslo, Cristi polverizzati, Apprendistati). Non ha mai smesso di ricevere l’attenzione di scrittori e critici di generazioni diverse come Paolo Volponi, Roberto Roversi, Francesco Leonetti, Eugenio De Signoribus, Massimo Raffaeli, Silvia Ballestra, Giorgio Falco. Feltrinelli ha pubblicato, nella collana "Le Comete", la raccolta dei suoi Romanzi (2014).