Claude Lévi-Strauss
Claude Lévi-Strauss, nato a Bruxelles nel 1908, laureato in filosofia a Parigi, tra il 1934 e il 1939 soggiornò in Brasile, insegnò all’Università di San Paolo ed effettuò due spedizioni etnografiche nel Mato Grosso e in Amazzonia. Tra il 1941 e il 1947 fu a New York, studiò l’antropologia culturale della scuola di Franz Boas e conobbe Roman Jakobson. Vicedirettore del Musée de l’Homme, ha insegnato Religioni comparate dei popoli senza scrittura presso l’École des Hautes Études e poi Antropologia sociale presso il Collège de France. Nel 1973 è stato eletto all’Académie Française. È morto nel 2009. Tra le sue opere ricordiamo: La vita familiare e sociale degli indiani nambikwara (1948), Razza e storia (1952), Tristi tropici (1955), Antropologia strutturale (1958), Il pensiero selvaggio (1962), Il crudo e il cotto (1964), Dal miele alle ceneri (1966), Le origini delle buone maniere a tavola (1968), L’uomo nudo (1971), Antropologia strutturale due (1973), La via delle maschere (1979), Lo sguardo da lontano (1983), La vasaia gelosa (1987), Storia di Lince (1993), Guardare ascoltare leggere (1993). Feltrinelli ha pubblicato Il totemismo oggi (1964, 1991) e Le strutture elementari della parentela (1969, 2003).