Ippolito Nievo
Ippolito Nievo (Padova 1831-Mar Tirreno 1861) Cresciuto in una famiglia di sentimenti liberali, si avvicina presto all’impostazione che Mazzini dava alla questione italiana. Nel 1856 subisce un processo per vilipendio alle guardie imperiali per una novella da lui scritta, l’Avvocatino. Partecipa alla campagna del 1859, arruolandosi nei Cacciatori delle Alpi, e in seguito segue Garibaldi nell’impresa dei Mille. Rimasto in Sicilia come intendente politico-amministrativo, muore in mare durante il naufragio del vapore Ercole, nella rotta Palermo-Napoli. Tra i suoi lavori diversi racconti, i romanzi Angelo di bontà (1856), ambientato in una Venezia in pieno disfacimento nel Settecento, e Il conte pecoraio (1857), delle raccolte di versi, alcune commedie e tragedie in versi, e una significativa attività di traduttore, tra cui le opere di Heinrich Heine e i canti popolari greci. Si è dedicato a scrivere anche alcuni opuscoli di carattere più chiaramente politico, oltre naturalmente alle Confessioni di un italiano (nei "Classici" Feltrinelli, 2017; a cura di Ugo M. Olivieri), sicuramente una delle opere maggiori dell’intero Ottocento italiano, stesa in pochi mesi tra il 1857 e il 1858, e infine pubblicata postuma nel 1867.