Giò Stajano

Giò Stajano, nata nel 1931 a Sannicola, in Puglia, è stata una delle prime figure pubbliche italiane a vivere apertamente la sua identità transgender, lasciando un segno indelebile nella cultura e nella società del Novecento. Nipote del gerarca fascista Achille Starace, Giò sfidò le convenzioni del tempo con il suo spirito irriverente e anticonformista. Negli anni cinquanta e sessanta si affermò come giornalista e scrittrice, pubblicando Roma capovolta, un romanzo che svelava i retroscena scabrosi della vita mondana nella capitale e ripubblicato nel 2025 da Feltrinelli (con una Postfazione di Walter Siti; a cura di Willy Vaira). La sua storia personale, segnata dalla lotta per l’autodeterminazione, culminò negli anni ottanta con la transizione di genere e successivamente, con ancora più clamore, nel 1996 con il ritiro nel convento delle suore di Betania a Vische. Eventi ampiamente documentati nella sua ultima biografia Pubblici scandali e private virtù del 2007. Simbolo di libertà e coraggio, Giò Stajano è morta nel 2011, offrendoci un lascito di autenticità e ribellione.

Roma capovolta di Giò Stajano

Il primo romanzo omosessuale in Italia, sequestrato, messo all’Indice e bruciato in piazza. Roma, fine anni cinquanta. Una città scintillante e segreta, sedotta dalla dolce vita felliniana, ma ancora severa e provinciale nel giudicare ogni trasgressione.  È qui che Giò…

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