In nome della lotta al terrorismo e sull’altare della sicurezza, due esigenze fondate e condivisibili, dopo l'11 settembre si possono però calpestare o violare i diritti della privacy.
‟Abu Omar è vivo e conferma in pieno le torture subite”. È Abdelhamid Shari, direttore laico dell’Istituto islamico di Milano, a confermare che l’imam rapito dalla Cia nel febbraio 2003 è detenuto in una prigione egiziana.
I quattro uomini-bomba non hanno dovuto mimetizzarsi. Si sono incamminati per la loro missione letale indossando gli abiti di tutti giorni, identici a quelli dei loro coetanei. Scarpe da ginnastica, cappellino da baseball, pantaloni larghi, iPod.
Donald Rumsfeld spera di poter sfruttare le divisioni tra le diverse anime della resistenza, gli ex baathisti, gli estremisti islamici locali e i pazzi di Al Zarkawi, e per questo rilancia la trattativa per farle entrare nel gioco politico.
Il mandato di cattura per il sequestro di Abu Omar è indirizzato a Robert Seldon Lady, ex ‟capo antenna” della Cia a Milano. Ma chi ha coperto ‟Bob” e il suo gruppo operativo?
Il terrorista Abu Omar prelevato in Italia sottoposto a interrogatori duri nel carcere di Al Tora, in Cairo. La storia del terrorista e le tecniche ‟d’interrogatorio” del ‟Direttorato”.
I più fortunati sono stati i poveri. Quando la terra ha tremato i tetti di fango e paglia si sono rivelati meno letali. Chi stava invece nei palazzi di cemento è rimasto inesorabilmente schiacciato.
La sinistra italiana comincia a relativizzare il mito di José Luis Rodríguez Zapatero, il presidente del governo di Spagna che alcuni settori dell' Unione negli ultimi tempi stavano trasformando in icona sacrale.
Umberto Veronesi ha gettato la spugna, non si presenterà alle elezioni come candidato della sinistra al Comune di Milano. Incredibile, scandaloso ma, come usava dire in tempi marxisti, ‟nel corso della storia”. Una storia fatta di burocrati e lacchè.
Il terremoto è una sfida politica immediata, ma per capirlo dovremmo metterci nei panni dei poveri profughi del Kashmir: non ne abbiamo né la saggezza né la generosità, e ci apriamo una trappola atroce.
In Pakistan, dove il sisma ha provocato il disastro maggiore, è cominciato un esodo da villaggi e città devastate: i vivi partono come possono, fuggono da macerie da cui ancora affiorano cadaveri e fognature scoppiate.
I media, giornali e televisioni, sono cannibali. Divorano vite e reputazioni. Divorano persino quando esaltano, e persino quando coloro che sono esaltati dai media sono i primi a stare al gioco.
Sulla tassa del tubo c’è una questione di equità contributiva: se si devono tassare le reti, perché colpire solo i gasdotti e gli elettrodotti ad altissima tensione e non anche l'infrastruttura fissa di Telecom, le autostrade e le frequenze radio?
Un paese, il Camerun, un gruppo di giovani medici, specializzandi del Policlinico Umberto I di Roma, e un progetto chiamato Associazione Mingha Africa, nato con l’obiettivo di ridurre il rischio di trasmissione dell'Hiv dalla madre al bambino.
Il Colorado River, le sue acque dense e scure, le anse e le pareti del Grand Canyon sono diventati l’ultimo campo di battaglia tra i neo-creazionisti, versione mistica dei neo-con, e i neo-pos, i neo positivisti che restano aggrappati alla scienza.
Sono 20.000 in Pakistan e 2000 in India i morti accertati per il terremoto. I soccorsi si muovono con lentezza e nelle città devastate comincia a esplodere la rabbia.
A cosa servono le primarie? Ma è ovvio: a dare una mano per tirare fuori l'Italia dal pantano clericale in cui sguazza, inserendo la parola Pacs nell'agognato programma dell'Unione. Sono solo quattro lettere, ma possono fare una bella differenza.
Il ricordo di un cronista a New York il giorno dell´omicidio di John Lennon. ‟Poco prima delle undici di sera una limousine riportò indietro Lennon, l´assassino gli andò incontro e aprì il fuoco, senza esitazioni, sul marciapiede”.
I politici che disobbediscono a santa madre chiesa appoggiando ‟leggi che non tutelano la famiglia” saranno spediti a letto senza la comunione. Lo promette dalla platea del sinodo dei vescovi il cardinale Alfonso Lopez Trujillo.
La linea di autobus che collega Srinagar a Muzafarabad, in Kashmir, è sospesa. È per via del terremoto che ha colpito la regione montagnosa divisa tra India e Pakistan: molti ponti sono crollati, le strade ostruite dalle frane, impraticabili.