Inutile nasconderlo. Anche nell’attuale maggioranza politica c’è chi prova un certo ‟mal di pancia” quando vengono in discussione temi legati alla giustizia...
Si avvicina l’11 settembre e tornano gli avvistamenti dei grandi ricercati. L’ultimo riguarda il mullah Omar, il leader dei talebani, alla macchia con Osama dall’autunno 2001.
La vicenda della Consulta islamica e, in essa, del ruolo dell'Ucoii sembra conclusa: e positivamente. Il modo in cui ci si è arrivati non è, indubbiamente, tra i migliori, ma tant'è: se ne sono viste di peggio.
‟Non dite a mia madre che faccio il giornalista, mi crede pianista in un bordello”, dice una vecchia battutaccia attribuita (a torto, pare) a Mark Twain. Il Consiglio nazionale forense, invece, non scherza affatto
L’attacco dell’11 settembre 2001 è stato un raid contro il mondo contemporaneo, l’intreccio frenetico e fecondo di culture, commerci, comunicazione, sviluppo economico, che i vocabolari indicano con il goffo neologismo ‟globalizzazione”.
Richard Haass, l’ambasciatore che ha coordinato la politica estera al Dipartimento di Stato per il presidente Bush, fa un amaro bilancio a cinque anni dall’11 settembre: ‟Un errore storico la guerra in Iraq. Al Qaeda è più forte”.
‟Ma che ce ne facciamo di questa vittoria di Pirro?”, chiedono sempre più numerosi gli abitanti del Libano meridionale. Per il momento è solo l’inizio di un movimento popolare di protesta contro ‟la guerra dell’Hezbollah”.
L’ex presidente del Senato: ‟La colpa è del fondamentalismo e del terrorismo islamico, ma anche l’Occidente ha le sue responsabilità perché nasconde le sue radici e ha smarrito la sua identità.”
Il colonnello Shehade guidava l’inchiesta sull’omicidio Harir. Una bomba è esplosa al passaggio del convoglio dell’ufficiale. Le quattro guardie del corpo sono rimaste uccise, cinque i civili feriti.
Il giorno della prima vittoria elettorale Berlusconi giurò solennemente che non avrebbe spostato in Rai "neppure una pianta". Tre mesi dopo il governo sciolse il consiglio dei "professori" inaugurando la più vasta lottizzazione dai tempi di Bernabei.
Boris Biancheri con Il quinto esilio ha vinto il Premio Letterario Elsa Morante Narrativa, ex aequo con Elena Gianini Belotti. La cerimonia di premiazione si è svolta il 30 settembre a Napoli al Teatrino di Corte di Palazzo Reale.
È un papa tragico quello che dalla sua Baviera ci sorprende con un’omelia acuminata. Un intellettuale europeo pessimista ma ambizioso che rivolge il suo sguardo all’islam, all’Asia e all’Africa: quasi prefigurando un nuovo "asse globale del sacro".
Il Tg1 di martedì sera era la spietata raffigurazione della tragedia (ridicola) della Rai. Si parlava delle nomine, e dunque del dramma della dipendenza della Rai dai politici
I materiali forniti alla stampa dalle Brigate Rosse vennero maneggiati con prudenza crescente. Mano a mano che ci si rendeva conto di quanto contasse, per i terroristi, avere identità mediatica
Salvatore Veca con La priorità del male ha vinto il Premio Viaggio a Siracusa - sezione saggi editi. La premiazione si è svolta a Siracusa il 6 e 7 ottobre nell'ambito di un Convegno di Studi Filosofici sul tema "Mediterraneo e multiculturalità".
Lorenzo Cremonesi ha vinto l'edizione 2006 del "Premio Enzo Baldoni" nella sezione "Stampa e agenzie di stampa". La cerimonia di premiazione si è svolta l'11 settembre presso la sede della Provincia di Milano.
Durante questa campagna elettorale, siamo ripiombati in un piccolo mondo antico e noiso di piccoli cabotaggi o di insulti. Di quel mondo che ci circonda, ci incombe addosso, ci nutre importando i prodotti del nostro lavoro, non c’è stata quasi traccia.