Come scrittore sul serio sono nato nel campo di concentramento sovietico, e ho cominciato a realizzarmi dopo la guerra, realizzando quel genere di scrittura che ci è stato offerto dai due capolavori di Orwell.
In Thailandia i generali golpisti dicono di aver agito ‟per salvare la democrazia”, con la benedizione del re. E assicurano: entro due settimane un governo civile.
Un gruppo di attivisti di Greenpeace Indonesia ha scaricato 700 chili di fango davanti all'abitazione del ministro per gli affari sociali per attirare l'attenzione su come il governo sta maneggiando il più grave disastro ambientale/sociale del momento.
Uno degli argomenti forti (forse il vero argomento forte) del Prodi candidato era il massimo conto nel quale teneva la scuola. Per questo sconcerta molto che il Prodi capo del governo possa accettare la sua penalizzazione in finanziaria.
Le forze armate hanno ‟temporaneamente” preso il potere in Thailandia, ha annunciato un portavoce dell'esercito thailandese, il luogotenente-generale Prapart Sakuntanak, alla televisione nazionale.
La legge e gli affetti. Il tema è antico. Ne parla già Sofocle nell’Antigone. E l’esito della sua "tragedia" è che la legge deve avere il primato sugli affetti.
La storia di Adelin Lis, detto ‟il re del legname di Sumatra”, illustra bene il problema della deforestazione illegale nelle grandi foreste tropicali dell'Indonesia.
Bangkok torna al lavoro, la Borsa cala ma poco. Ma il golpe ‟paradossale” è pur sempre un golpe. La giunta militare limita le attività politiche e l'informazione. L'ex premier Thaksin chiede ‟riconciliazione”.
L'Afghanistan si sta irachizzando. Due soldati italiani morti in pochi giorni a Kabul, l'ultimo ieri. Kamikaze, autobombe, rapimenti, bombe sulle strade per far saltare i convogli militari, ‟collaborazionisti” uccisi.
Facendo zapping nel pittoresco bazar dei canali satellitari, mi sono imbattuto in una notevole frattaglia della Festa Azzurra di Napoli, in onda su un canale molto locale. Forse perché il regista non era cauto e bene addestrato come quelli di Retequattro
Il Mussolini crepuscolare di Salò lo chiamava ‟il mal d’Africa”, la nostalgia per le colonie. E un po’ di ‟mal d’Africa” sembra sia rimasto in Gianfranco Fini esitante fra il ‟fascismo male supremo” e quello che ‟qualcosa di buono lo ha pur fatto nelle co
A proposito dell’eutanasia, una chiarificazione terminologica e concettuale della questione mi pare essenziale, soprattutto se questa dovesse approdare in Parlamento a dividere coscienze, appartenenze, fedi e ideologie.
C’è un uomo paralizzato che vuole morire. C’è un altro uomo paralizzato che vuole vivere. La differenza fondamentale tra i due è che l’uomo che vuole morire non può .
Che bisogna sostenere l’industria nazionale è un comandamento così forte e pregnante che lo abbiamo inserito nel catechismo civile; non è escluso che qualche ateo devoto lo abbia aggiunto come prece nei suoi atti devozionali
Nell'era della comunicazione l'interstizio tra trapasso ufficiale e morte fisica si dilata fino a durare anni. Finora quest'effimero aldilà spettava solo agli autocrati. Ma la guerra al terrore sembra conferire lo stesso ‟antetomba” anche a bin Laden.