Lo scandalo nel carcere di Abu Ghraib e lo scacco militare a Falluja e Najaf hanno privato il presidente americano George W. Bush di una solida strategia in Iraq.
L'avanzata dei deserti è il risultato di decenni di uso sconsiderato dei terreni, troppo pascolo, troppi boschi tagliati per farne campi. Erosione e desertificazione sono ormai allarmanti. Il Gobi ormai preme a 200 chilometri da Pechino.
Da quando gli Stati uniti (un quarto delle emissioni di gas di serra del globo) hanno deciso di tirarsi fuori, la Russia (il 17% delle emissioni globali) è diventato il paese chiave per le sorti del Protocollo di Kyoto.
Popolarità in calo nei sondaggi dopo l'intervento di Bush in tv, i repubblicani temono effetti politici. Stampa ed esperti bocciano il discorso: scarsa umiltà e mancanza di realismo.
La scuola, così com’è concepita da un secolo, così come sarà concepita ancora più nettamente dalla Grande Riforma, riguarda nel senso che ha più o meno sufficiente utilità e più o meno sufficiente sopportabilità la borghesia nelle sue varie sfaccettat
Il «grande centro». Hanno giurato ieri il premier incaricato Singh e i suoi ministri. Il Congresso torna a guidare l'India, con un programma di crescita e di welfare.
Scena: un ristorante di cucina araba sul monte Sion. Al piano superiore, una sala grande addobbata. Gesù sta in mezzo ai trentasei apostoli, che poi la questura ridurrà a dodici, e tali resteranno nella storia.
Un'organizzazione di legali di Montgomery, nell'Alabama, sta facendo a pezzi con cause miliardarie i gruppi razzisti più virulenti e pericolosi del "Vecchio Sud" e di tutta l'America. E ha già subito decine di attentati.
Centinaia di famiglie di contadini tribali stanno occupando una zona di foresta degradata appartenente al demanio pubblico. Per proteestare contro l’innalzamento della diga di Sardar Sarovar.
Viaggio a Columbus, città in cui dai campi di cotone con annessa filanda si è passati ai soldi del ministero della difesa. Una società che conserva quasi intatto il razzismo di un tempo. E nella memoria c'è ancora il genocidio dei pellerossa.
A New Delhi il premier incaricato Manmohan Singh annuncia le sue priorità: la pace col Pakistan, ricostruire il "tessuto laico" dell'India, e instaurare un welfare state.
Dopo avere ottenuto ieri sera da Bush quello che Bush aveva già deciso da settimane, il presidente del Consiglio italiano potrà dire oggi, in Parlamento, che una "svolta" è avvenuta. E magari, come è il suo costume, attribuirsene il merito.
India, la leader del Congresso rinuncia tra lo sconcerto dei suoi: attaccata come «straniera», non vuole indebolire il suo governo. Sarà premier Manmohan Singh, artefice delle prime riforme. La Borsa risale.
Nozze gay a Boston. Non è strano che i reazionari americani, che dicono no ai trattati di Kyoto, torturano ad Abu Ghraib, censurano il film di Michael Moore sul presidente Bush e sostengono la pena di morte, diventino d'improvviso campioni di tolleranza?