Lungo le pagine del nostro giornale, in questi giorni, si aggira un nume benefico. È una celebre e bellissima fotografia di Eduardo De Filippo da vecchio, un tracciato di rughe...
Quarrata, tra Prato e Pistoia in una villa Medicea, i due coniugi francesi, madame e monsieur Poirier, espongono modellini, riproduzioni, fotografie e reperti archeologici rifatti. È il trionfo tangibile della babele virtuale.
Per secoli si sono fatte la guerra, i loro popoli si detestano reciprocamente, non perdendo occasione per prendersi in giro a vicenda. Eppure ci fu un momento in cui Francia e Inghilterra discussero l’ipotesi di fondersi in un unico Stato.
È nato il lapismo, moda accessoria e fondata sugli accessori che il ragazzo lancia ogni quarto d’ora sul mercato. Non vorremmo che la piaggeria che già circondò il nonno ora si concentrasse su di lui.
L’Iran ha annunciato l’intenzione di installare altre 3.000 centrifughe atomiche, le sofisticate macchine che arricchiscono l’atomo di uranio per farne combustibile nucleare (o anche bombe nucleari).
La notizia è clamorosa e segna una svolta epocale nella travagliata storia del Medio Oriente. Il premier israeliano Ehud Olmert si è sottoposto a una blefaroplastica, cioè a un intervento di chirurgia estetica per sollevare le palpebre.
Contro la desertificazione del pianeta, drastiche contromisure dell'amministrazione Bush. Prima tra tutte la lotta al consumo idrico con la riduzione dei campi da golf da 18 buche a 17.
Un ricercatore russo sostiene che il Nobel per la letteratura a Boris Pasternak è stato ottenuto anche grazie a un’operazione della Cia, che avrebbe fotocopiato il libro per realizzarne un’edizione in lingua originale.
Dopo Caserta non ho nulla tra le mie mani da poter spendere ancora in buona volontà. Magari è andata meglio ai tassisti o ai benzinari. Ma io non sono nessuno di loro.
La giuria del premio ha assegnato il prestigioso riconoscimento al regista senegalese autore di Moolaadé, la storia di una donna africana che si ribella alle mutilazioni genitali. Il film è uscito in DVD nella collana Real Cinema.
In Calabria un centro turistico si è arricchito sotto la protezione di una famiglia mafiosa. E lo scandalo ha travolto politici di ogni colore, amministratori e guardie forestali.
La strage di Erba è un maledetto, irrisolvibile intreccio fra due opposti, la premeditazione e la follia. Gli assassini hanno previsto tutto ma nella strage si muovono come trascinati dalle Erinni.
È impossibile, in poche righe, dire quel che si vorrebbe di Jean-Pierre Vernant, nell’apprendere la sua scomparsa a Parigi. Impossibile rendere almeno in parte giustizia alla grandezza di un uomo
Ora che il giallo di Erba è risolto ci tocca uscire dal calduccio del nostro appartamento di convinzioni prefabbricate, spingerci quanto meno sul pianerottolo della realtà e guardare in faccia i massacratori della porta accanto.
Uno strano frutto cresce spesso quassù, a nord, in province che sono tra le più ricche del mondo ma anche fra le più spaesate e a volte spaventate dai cambiamenti che pure contribuiscono potentemente a provocare
Perché ci spaventa la strage di Erba? Lo spettacolo è truce, ma forse quel che più ci angoscia non è tanto la sua truculenza, quanto sapere se noi siamo del tutto immuni dai moti d’animo che hanno provocato questa tragedia.
Ricordate il progetto ‟Vesuvia”, che si era posto l’ambizioso obiettivo di convincere la gente ad andarsene dalla pericolosissima ‟zona rossa” sotto il Vesuvio regalando a ogni 30 mila euro come contributo all’acquisto di una casa da un’altra parte?
I delitti di Erba, dove una una coppia di vicini ha ucciso una madre, il suo bambino, la nonna e la signora della porta accanto, sconvolgono più che per la violenza dell’atto in sé, per la futilità dei moventi Leggi gli articoli.
Les Hinton, presidente di ‟News International”, il gruppo di proprietà del magnate Rupert Murdoch, che controlla fra l’altro il ‟Sun”, il ‟News of the World” e il ‟Times”, ha vietato ai direttori dei suoi giornali di usare ‟paparazzi images”.
Il presidente Usa ha spiegato alla nazione la sua ‟nuova strategia” in Iraq: 21mila soldati in più. Un vero e proprio rilancio quello di Bush, che non sembra preoccuparsi del chiaro messaggio degli elettori nelle ultime elezioni di medio termine.