Scruto con ansiosa curiosità, sui giornali, la piccola mappa dei cortei e dei presìdi romani sulla nuova crisi mediorientale. Vorrei partecipare a tutti, non posso partecipare a nessuno
Il liscio è un mistero acustico. E antropologico. Ci sono momenti che quelle volute saltellanti di clarini e ottoni, quei "rattarattarà" stoltamente allegri, ti suonano come il grado supremo del pacchiano in musica.
Romano Prodi promette che non saranno mai più tollerate ‟scene come quella degli ultras alla stazione di Firenze”, che hanno bloccato per qualche ora la principale linea ferroviaria italiana
‟La guerra? La guerra continua. Si diceva scambiamo terra con pace, ci siamo ritirati in Libano e a Gaza da terra e mare e dov'è la nostra pace?”. Un colloquio con il premio Nobel per la Pace, Shimon Peres.
Di tutte le notizie aspre e squallide che arrivano dal mondo del calcio (l’ultima sono i giocatori in fuga dalle squadre sotto processo, dimostrando gratitudine zero, e venalità altissima), la sola davvero buona è
La fiducia sull’Afghanistan, lo scontro tra Hezbollah e Israele, il decreto Bersani e gli scioperi dei tassisti sono gli argomenti ‟caldi” che stanno mettendo a dura prova il governo di centrosinistra. L’analisi del premier Romano Prodi.
Nell'anno 16506 la ventunesima guerra robotica divampa nella Città Santa. Ragione del contendere il controllo del Tempio Sospeso, costruito nel cielo di Gerusalemme diecimila anni prima.
L’esercito israeliano ha intercettato e ucciso un gruppo di guerriglieri che tentava di infiltrarsi oltre confine. Poche righe, in un comunicato sommerso dalle notizie dei bombardamenti. In realtà, è un segnale inquietante...
I farmer americani, al ritorno dall’incontro tra agricoltori in Mali, dichiarano che la cosa davvero impressionante è stato vedere la povertà: ‟Non c'è paragone tra le condizioni di vita negli Stati uniti e in Africa occidentale”.
La caccia ai missili è come il gioco del gatto con il topo. Ci vuole pazienza, occhio e mosse rapide. Può iniziare con una segnalazione vaga. L’informatore del Mossad si accorge che attorno a un edificio in campagna ci sono strani movimenti
Alle continue salve di razzi sparati dall’Hezbollah, Israele risponde con una strategia composita: raid per colpire il centro di controllo dei guerriglieri, azioni per neutralizzare i missili e interventi delle forze speciali nelle zone di confine.
Alla preghiera del venerdì all’università di Teheran, non si potevano avere dubbi a chi andassero le simpatie degli astanti, che esibivano tutti le insegne degli Hezbollah libanese, un gagliardetto giallo con su stampato il nome dell’organizzazione.
Gli Hezbollah sono l’avversario più temibile per Israele, perché combinano la tradizionale inventiva dei libanesi e la determinazione dei loro sponsor iraniani.
Quinta giornata di bombardamenti in Libano e Israele: colpi terrificanti delle bombe israeliane, sempre più strade e ponti inagibili, palazzi distrutti, colonne di gente in fuga verso la Siria
Cerimonia a Newport per il nostro scrittore-giornalista: è il secondo italiano a ricevere l'onore dopo Pietrangeli. Da mezzo secolo racconta il tennis come nessuno. Un'avventura non solo professionale, fatta di passione e ironia.
Nel luglio 2030 a Teheran la Nazionale azzurra di calcio vince il suo quinto campionato del mondo, 24 anni dopo il successo di Berlino 2006. Gli eroici campioni riportano la Coppa in Patria e sono ricevuti dal sindaco di Roma, Ilary Blasi.
Il premier libanese Fuad Siniora: ‟Il mondo intero deve aiutarci a disarmare l'Hezbollah. Ma prima di tutto occorre giungere al cessate il fuoco. Sino a che continueranno i bombardamenti non si potrà fare nulla, se non peggiorare la situazione”.
Dunque i tassisti dopo giorni di proteste e di scioperi selvaggi cantano vittoria. Hanno evitato il cumulo delle licenze, ma potranno far guidare le loro auto da familiari o dipendenti anche per più di un turno a giornata.
Il tentato suicidio di Gianluca Pessotto, ex giocatore della Juventus e adesso dirigente, è stato beatificato, celebrato e onorato in tutti gli stadi e su tutti i giornali. Ma sui motivi è sceso un silenzio davvero tombale.
Assai più dell’Eni, protetto da gruppi dirigenti così forti da rappresentare, talvolta, uno Stato nello Stato, l’Enel ha subìto la politica dell’azionista di controllo. Che si è dimostrato un cattivo azionista. Con il nuovo governo cambierà qualcosa?