Ho viaggiato per quaranta minuti spiaccicato tra due ragazzi e la porta della latrina: li ho ascoltati per tutto il tempo parlare del loro lavoro. Lavorano in un call center, pagati in nero la miseria bastante a salire su quel treno al dì di festa.
Ieri ho fatto un arrosto, un vero arrosto. Sto scrivendo un romanzo, da mesi, e da qualche giorno soffrivo di quello che prima o poi patiscono tutti i romanzieri, allo stesso modo i migliori come le calcine: il Grande Blocco.
Mi ricordo di quando ero ragazzino. Allora i maestri dovevano essere ricchi: potevano comprarsi l'auto a rate e andarci un mese in vacanza al mare con tutta la famiglia. Ai tempi che in casi lavorava uno solo.
Il già fu primo ministro di un Paese normale edizioni Mondadori, il presidente del maggiore partito dell'opposizione di sinistra ha appena additato al pubblico ludibrio le trippe dell'attuale primo ministro, la sua ingordigia di cioccolata
Ho avuto il primo vero scontro con i miei genitori all'età di dieci anni: si trattava di decidere del mio futuro. Avevo appena superato, assai brillantemente, gli esami di quinta elementare.
Oggi si è compiuto il destino dell'Iraq. Così sento dire in questo momento alla tv, la tv che avevo giurato di non accendere mai, mai più finché tutto non fosse finito.
Ho sentito che il compagno Tremonti in questi giorni ha lanciato nel nostro Paese l'esprit republicain e allora mi è venuta in mente la signora Marguerite.
Secondo la crema degli inviati speciali la cosa più probabile è che l'imprendibile Bin Laden sia tenuto a bagno maria in qualche buco in attesa che si trovi un accordo circa il suo prezzo sul mercato della propaganda planetaria.
Questa mattina una giovane donna si è alzata prima che facesse giorno, si è data coraggio ed è uscita per fare quello che doveva, quello che le spettava, quello per cui aveva già pianto tutto quello che poteva piangere.
No, non sono andato a Roma, sono venuto a Brescia. A Brescia direttamente da Madrid. A Madrid ero andato a trovare i miei amici, a vedere con i miei occhi come stanno, qui sono venuto per parlare della memoria agli studenti.
Chi ha forza, titoli e lacrime per piangere, pianga, gli altri evitino, per rispetto, per coscienza, per dignità, di fare domande idiote, di dare lezioni stupide, e più che mai di riempire il cielo delle lacrime con la crema melmosa della retorica.
In una settimana, non ho visto molti cortei, non quotidiani, non affollati come altrove nel mondo. Ma ogni giorno, in ogni ora del giorno, potevo scegliere tra una quantità impressionante di dibattiti, conferenze, seminari.
Auspico ardentemente, civilmente, civicamente, che il sopraddetto Cesare Battisti sconti la pena per gli omicidi per cui è stato definitivamente condannato.