Un altro maremoto nel sud-est asiatico, tre mesi dopo. Stessa zona, intensità simile, e poi di nuovo in un giorno festivo: allora santo Stefano, ora Pasquetta.
‟Mille morti, forse duemila”. L'onda assassina non è arrivata ma il terremoto che lunedì ha scosso l'oceano al largo di Sumatra ha colpito ugualmente. Solo ieri i soccorsi sono arrivati sull'isola di Nias: tutto raso al suolo.
Le celebrazioni trent'anni dopo l'arrivo dei Vietcong. Ancora oggi nei dintorni giacciono carcasse di panzer e jeep arrugginite. Negli hotel la Storia si rovescia: il vincitore serve al tavolo il ricco che ha sconfitto.
Il premier libanese Omar Karame si inchina all´evidenza, e rinuncia a formare il governo di unità nazionale proposto con ostinazione e rifiutato con altrettanta nettezza dall´opposizione.
Ormai le immagini si confondono: è il sorriso neurovegetativo di Terri Schiavo a benedirci da Piazza San Pietro; mentre i fondamentalisti cristiani manifestano per non staccare la spina a Karol Wojtyla.
Ogni giorno, in migliaia di ospedali americani, sonde vengono staccate, macchine per la respirazione vengono spente, vite umane tagliate, senza che un fotogramma passi sui video e dunque senza che una lacrima venga spremuta alla Casa Bianca.
La terra ha tremato di nuovo, la paura è tornata. Le tv ci hanno mostrato di nuovo volti spauriti, folle ammassate in luoghi ritenuti più sicuri, lontano dalla costa.
Viaggio a Salt, la città da cui sono partiti i kamikaze che hanno colpito a Bagdad. È crisi diplomatica tra Giordania e Iraq. Intanto ad Amman il terrorista Al Zarkawi è stato condannato in contumacia a 15 anni di carcere.
Apro "l'Unità" e leggo: ‟Muore la Costituzione, dittatura del premier”. Sento un leggero disagio, che inizialmente attribuisco alla parola ‟premier”, ma subito capisco che il motivo è un altro...
Sulle pagine del Corriere della Sera si discute animatamente del dissidio tra l'autore de La nausea e Raymond Aron. Piccola guida per fingere di capirci qualcosa.
È giusto decidere di staccare la spina? La fede e la scienza davanti a un dilemma che mette in gioco i nostri principi. Un dramma che il caso Terri Schiavo ha imposto all´opinione mondiale.
Nella revisione della Costituzione approvata dalla maggioranza di destra è stampata la faccia di Silvio Berlusconi, sono stampati i segni indelebili del suo carattere, la protervia, la furbizia, la voglia inesausta di onnipotenza e di potere.
Il vino è stato un simbolo della civiltà occidentale per migliaia di anni ma, mai come ora, la lotta per la sua identità è stata così disperata. Un film di Jonathan Nossiter, al cinema dall’8 aprile e prossimamente in edizione Feltrinelli Real Cinema.
Parlare di "beni comuni" significa uscire dall'alternativa secca tra pubblico e privato e ridare importanza sociale, politica ed ecologica al "collettivo".
Terri Schiavo deve continuare a morire, il "settimo cavalleggeri" della politica invocato dalla madre e dai sondaggi non si è mosso da Washington per raggiungere la sua stanza in Florida.
Apparentemente crudele, e incomprensibile per noi che assistiamo ogni giorni allo spettacolo grottesco di leggi e Costituzioni stravolte per interessi privati, il principio costituivo della democrazia americana, è stato riaffermato dal giudice federale.