Addio caro Orco

Lettere e ricordi (1889-1906)

di Giosue Carducci, Annie Vivanti

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“Egli è per me l’amico adorato, l’ideale della mia sognante fanciullezza” Annie Vivanti

Addio caro Orco contiene il carteggio tra Giosue Carducci (1835-1907) e Annie Vivanti (1866-1942), l’ultimo amore del poeta. Al centro di questa affascinante vicenda c’è una sorprendente e complessa storia d’amore. Nell’estate del 1890, un anno dopo il loro incontro, la regina Margherita ricevette Carducci, e in seguito accettò che le fosse presentata Annie Vivanti, che aveva appena pubblicato la sua raccolta di versi Lirica, proprio con la prefazione di Carducci.
Da quel momento Annie e Carducci si fecero vedere insieme, liberamente, ovunque, sempre sull’onda di una grancassa inesauribile di pettegolezzi. Nella vita austera e provinciale del poeta, Annie entrò come un’apparizione di “fata o ninfa”. Capricciosa e impudente Annie, mite e umile il vecchio poeta davanti alla sua porta… (così Annie in una pagina del suo diario). Se si volesse fare un bilancio del dare e avere di un legame nato dalla passione, dal calcolo e dalla tenerezza, si dovrebbe ammettere che Annie ebbe il potere di scacciare la malinconia dal “vecchio cuore” riaprendolo ai “vivi, dolci e furiosi pensieri” e al canto delle Muse.

 

 

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Giosue Carducci

Giosue Carducci (1835-1907), scrittore e poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1906, fu il “Vate della Terza Italia”, come fu definito per la sua concezione eroica della poesia e …

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L´Orco irretito da una ventenne

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Lei si chiama Annie Vivanti scrive versi e per vivere fa la chanteuse. Con gli uomini è assai disinvolta e lui , Giosuè Carducci, è ovviamente geloso.
Le molte esistenze di Annie. Il carteggio Carducci-Vivanti

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‟Carducci aveva un carattere spaventoso, con esplosioni di collere che terrorizzavano tutti e lo isolavano in una solitudine che gli era necessaria e penosa. Ma era anche infantile e perfino puerile, e con Annie ebbe la grande occasione di incarnare il ruolo di coppia più gratificante per un uomo che sente la malinconia del declino. Padre Giove con la fanciulla-ninfa, Pigmalione con la zingarella, Orco con la bimba smarrita. Non c'è dubbio che nella vita Annie aveva vissuto altre volte questa situazione, che del resto è raccontata con chiarezza in Marion artista di caffè-concerto (1891) dove l'orco è l'uomo brutto e vecchio che insidia la bella bimba che canta. Ma con Carducci non c'è confronto: lei è la Fata che riporta la poesia e l'amore al vecchio cuore morto: ‘O vecchio cuore, batti’, scrive il poeta.”