Allegro Occidentale e la storia di Mister Piccolo, uno scrittore giornalista al quale hanno proposto di vedere il mondo (o quanto meno una buona parte di questo) insieme ad altri otto colleghi. E Mister Piccolo comincia questo lungo viaggio a occhi sbarrati scoprendo subito, da quando mette piede per la prima volta nella business class dell'aereo diretto in Sri Lanka, che il privilegio sara, per tutto il tempo della sua Odissea, l'unico vero luogo che fa la differenza, il luogo che uniforma tutti i luoghi, che azzera le distanze geografiche e amplifica quelle sociali, che crea paradisi e li distrugge. Mister Piccolo guarda osserva ascolta e in questo guardare, osservare, ascoltare lascia entrare nel viaggio episodi, vicende, esplorazioni che tutti riconducono a qualcosa che ha a che fare con la strana, bizzarra ingiustizia, e con l'altrettanto bizzarro privilegio, di essere un esemplare piuttosto significativo della "specie" occidentale (corretto e mostruoso, cinico e passionale, pensoso ed edonista, ma sempre e rigorosamente fino a un certo punto), vale a dire una "contraddizione vivente". Mister Piccolo si perde nella mesta allegria occidentale di sapersi sempre altro da cio che e ma finisce con il misurare la poverta della propria autonomia (sono davanti al bagno degli elefanti o nella cartolina che lo rappresenta?), della propria identita (sono io o Nicholas Cage?), della propria normalita (cerco il piacere di una prostituta nigeriana perche ne ho diritto come tutti gli altri, o perche c'e un mostro in me cui sto finalmente dando retta?). Humour, intelligenza critica, grandi scenari, piccoli episodi. Il privato e il pubblico. Il tutto raccontato, raccontato, raccontato. Per Francesco Piccolo, una grande svolta. Una superba svolta di maturita narrativa.