"Vedere" è un atto creativo; e il giudizio visivo non è contributo dell'intelletto successivo alla percezione ma ingrediente essenziale dell'atto stesso del vedere. Quanti, tuttavia, sanno prendere coscienza del giudizio visivo, e tradurlo e formularlo? Sapere quali sono i principi psicologici che lo motivano e quali sono le componenti del processo visivo che partecipa alla creazione come alla contemplazione dell'opera, significa sapere "che cosa", in realtà, vediamo. Per "vedere" - in tal senso - l'opera d'arte, non occorre essere un artista o un psicologo: ma niente può essere prezioso quanto l'avvertimento di uno psicologo che è anche finissimo critico d'arte. Rudolf Arnheim fonda la sua trattazione sui più recenti principi della psicologia della Gestalt. Egli tende a opporsi al formalismo, riportando - con la costante esemplificazione di opere di pittura, scultura e architettura - la forma al significato e al contenuto, e suggerisce come se ne possano cogliere i più significativi moduli strutturali, approfondendo i problemi che si sono sempre proposti all'artista - equilibrio, forma, spazio, luce, colore, movimento - e analizzando le molteplici soluzioni dell'arte più remota a quella dei nostri giorni.