Cent'anni di solitudine
Macondo è un paese immaginario che Carlos Fuentes ha paragonato alla contea faulkneriana di Yoknapatawpha. Un microcosmo sconvolto da cataclismi biblici, devastato dalla follia degli uomini, e scosso da mille piccoli drammi o gioie quotidiani. È la sede di un secolo di vita della famiglia Buendía, che sono insieme i creatori e i distruttori di questo villaggio cui s’arriva attraverso ‟nebbiose gole, tempi riservati all’oblio, labirinti di delusione”. L’isolamento permetterà a Macondo di conoscere dapprima l’età d’oro dell’ingenuità, i tempi facili del meraviglioso. A lungo i soli legami con l’esterno saranno dati da una tribù di zingari; il loro capo, Melquíades, a un tempo Mefistofele e Nostradamus, comporrà strane profezie, che varie generazioni di Buendía cercheranno di decifrare e che alla fine si riveleranno come la storia del secolare sprofondamento di Macondo, che infatti è destinata a scomparire. Le calamità squassano il villaggio, prima di precipitarlo, morto l’ultimo Buendía, nel nulla. Di colpo gli abitanti saranno colpiti da un’insonnia generatrice di un’amnesia; arrivano le autorità ecclesiastiche e civili, e poi la politica che getterà il villaggio nella tragedia della guerra civile. Infine un gruppo di ingegneri americani scopre la vocazione bananiera di Macondo… Tutto è dunque possibile a Macondo. Sogno e realtà coesistono. Nulla stupisce nessuno, soprattutto nella famiglia Buendía ‟dal destino solitario”. Il tempo descrive, con crescente rapidità, onde concentriche intorno al punto in cui, uno dopo l’altro, i Buendía vengono inghiottiti. Invano tenteranno le donne della famiglia, con le loro virtù domestiche e il loro dinamismo, di opporsi alla caduta. Gli uomini sono presi in un ciclo infernale: le guerre, i galli da combattimento, le donne di malaffare, le imprese deliranti…
Gabriel García Márquez
Gabriel García Márquez (1927-2014), nato in Colombia, ha studiato giurisprudenza alle università di Bogotà e Cartagena, ha esordito come scrittore nel 1947. Legge Faulkner, Kafka e Virginia Woolf. Al lavoro …