Erri De Luca: Bob Dylan. Ci ha fatto vivere una libertà da brivido
Mai s’era sentita prima una voce di fili di rame, anziché di corde vocali. Inguainate in una gola magra le sillabe uscivano lacerate dall’attrito. Portavano corrente.
Chronicles. Volume 1 è l’inizio della trilogia autobiografica di Bob Dylan. Un libro che Dylan ha coltivato in sé per molti anni, fin da quando, arrivato ventenne a New York dal Minnesota solo con la chitarra e neanche un soldo in tasca, voleva mettere per iscritto le cose che aveva visto e le persone che aveva incontrato. Basta sfogliare le prime pagine di Chronicles perché la New York di quegli anni torni in vita. Il magico quadrato del Greenwich Village, con le sue vecchie case e i locali fumosi, le grandi avenue sferzate dal vento e dalla neve, gli uffici dei padroni della musica e le sale di registrazione che sembrano uscire da un’epica urbana in bianco e nero. Un’era irripetibile ritorna presente, tangibile, infinitamente più vera del suo mito: Woody Guthrie nel suo letto d’ospedale, Dave Van Ronk con i suoi occhiali spessi, la voce di Joan Baez evocata in una pagina perfetta, Suze Rotolo che gli fa scoprire Brecht e Rimbaud, il produttore John Hammond che lo inizia al blues di Robert Johnson. Leggendo Chronicles, si è pervasi da un senso di continua meraviglia davanti a una musica allora così sconosciuta e così grande che è quasi impossibile crederci, e dalla profonda gratitudine per chi ha reso possibile che Bob Dylan fosse Bob Dylan: verso il poeta Archibald MacLeish, che indirettamente lo guida alla realizzazione di “New Morning”, o verso Daniel Lanois, musicista e produttore che direttamente lo aiuta a creare “Oh Mercy”. Woodstock, San Francisco, New Orleans, città dell’anima, evocate con pochi tratti sicuri, completano così la geografia interiore di un’America invisibile ma mai davvero scomparsa, e che ancora porta le tracce di quella “Terra dei giganti”, per usare le parole dello stesso Dylan, dove si muovevano i grandi e anonimi poeti del suo popolo.
Bob Dylan, nato nel 1941 a Duluth, nel Minnesota, all’età di vent’anni si è fatto conoscere a New York come folksinger e cantautore. Da allora ha pubblicato oltre cinquanta album …
Mai s’era sentita prima una voce di fili di rame, anziché di corde vocali. Inguainate in una gola magra le sillabe uscivano lacerate dall’attrito. Portavano corrente.