"Marta chi è? Questa donna che per cercare suo marito ha attraversato l'attraversabile, che da Btater, in Monte Libano, è arrivata fino a New York, in America; questa donna con il viso tondo, gli occhi grandi, morbidi capelli neri e dita sottili che ti avviluppano il cuore come fili di seta; questa donna, questa Marta chi è?"
Nel 1913 Marta, non ancora ventenne, lascia il suo paesino arroccato sulle montagne libanesi e, da sola, si imbarca per l'America alla ricerca del marito, emigrato un paio di anni prima, che non dà più sue notizie da molti mesi. Non è difficile immaginare che lo troverà accanto a un'altra donna. Ma Rabee Jaber fa di questa storia così simile a tante altre la storia speciale di una donna speciale. L'America che incontriamo pagina dopo pagina è sempre vista con gli occhi di Marta. Marta che, da quando sbarca a Ellis Island e poi a New York fino ai giorni nostri, quando la troviamo attorniata dai nipoti nel suo ranch di Pasadena, ci trasmette le sue impressioni su un mondo che dapprima le è totalmente estraneo e poi, piano piano, diventa anche suo. Incerta, spaventata e disperata affronta i grattacieli e la metropolitana newyorchese. Decisa, soave e appassionata costruisce la sua vita giorno dopo giorno. Ne risulta un affresco dell'America visto dalla parte dei milioni di emigranti che l'hanno costruita, ma soprattutto un inno alla vita. Un soffio di aria pura, questa Marta.