L'elegante sessantenne Konrad Lang un giorno dà fuoco per errore alla villa di Corfù dei Koch, al momento assenti. Pensionato dei Koch, Konrad è stato allevato come compagno di giochi e schiavo consenziente di Thomas Koch, ricco erede degli stabilimenti Koch ed è un po' il cugino di terzo grado della famiglia, quello di cui ci si vergogna. Innamoratosi, Konrad smette il vizio dell'alcool e sta per affrancarsi dai Koch, coi quali intrattiene rapporti atroci e atrocemente complicati. Sennonché comincia a dimenticare la strada di casa, mette le calze al posto delle verdure, va in vestaglia sulla neve. La diagnosi è: Alzheimer. Il passato prossimo va a brandelli e riaffiorano vecchi ricordi indicibili. L'impero dei Koch a sua volta vacilla perché un vecchio che ha perso tutto tranne l'infanzia saluta tutti con un: "Com'è piccolo il mondo!". Martin Suter scrive un brillante e piacevole romanzo sul tema drammatico e crudele del morbo di Alzheimer, volge lo sguardo sulla buona società svizzero-tedesca, ovattata, ostile, ipocrita, avida di guadagno, e penetra in questa civiltà del segreto scoprendo quanto sia piccolo il mondo, piccolo proprio come la Svizzera.