Questo libro è un tentativo di rispondere alle due domande che l'autore si è sentito più spesso rivolgere in centinaia d'incontri con studenti dei licei e delle università: com'è stato possibile il berlusconismo? Come si può uscirne? Un ‟piccolo manuale di sopravvivenza per le nuove generazioni”, quelle destinate a pagare il conto dell'avventura.
Il decennio dei servi contenti del regime è stata l'ultima 'autobiografia nazione' nel senso che Gobetti attribuiva al fascismo. Ma è stato anche il sintomo di un declino prima civile e poi economico, la regressione di un paese che ha reagito all'avvento di un mondo nuovo con l'ovvietà minacciosa di una (sin troppo familiare) tentazione autarchica.
L'eredità che lascia all'Italia è molto più pesante di quanto dicano le statistiche, è la condanna alla sudamericanizzazione. Per uscirne non basterà la possibile o probabile vittoria del centrosinistra alle elezioni del 9 aprile. Occorre un nuovo dopoguerra, l'avvento di una classe dirigente di trentenni in tutti i settori, dalla politica all'economia, dalla televisione al giornalismo, il ritorno dei valori che hanno fatto grande l'Italia negli anni '50 e '60, la coesione, una politica e un'economia della bellezza. Una ricostruzione che passa attraverso il rovesciamento di tutti i luoghi comuni sdoganati dalla destra nel decennio della restaurazione e subiti o approvati dalla sinistra: su giustizia, televisione, scuola, fascismo e anti fascismo, immigrazione e concetto stesso di modernità. E che può realizzarsi soltanto ora, nello slancio di un possibile ma non garantito ‟dopo Berlusconi”, oppure mai più.