Globalizzazione è la parola chiave per capire come cambia l'economia mondiale. La globalizzazione capitalistica è un cambiamento epocale, ma è anche un processo senza regole, in cui la concorrenza provoca un livellamento verso il basso delle condizioni dei più svantaggiati. Cancella infatti le specificità delle realtà locali e nazionali, provoca uno sviluppo economico più finanziario che industriale, comporta deregolamentazione e condizioni fiscali vantaggiose per le grandi corporation, flessibilità nella gestione della forza lavoro, diminuzione dei salari reali, licenziamenti, disoccupazione, minimizzazione di costi sociali e ambientali, perdita di controllo democratico sui governi e sulla società. L'influenza popolare conta sempre meno e sempre più quella di grandi imprese, Fondo monetario internazionale, Banca mondiale, Wto, Gatt e Nafta. Tuttavia i movimenti locali, i gruppi di donne, agricoltori, ecologisti, i difensori dei diritti civili, le organizzazioni del Terzo mondo e del movimento operaio possono ancora coordinarsi per contrastare l'espansione su scala planetaria dello strapotere della Nuova economia mondiale e costruire una rete transnazionale di "globalizzazione dal basso", che tenga insieme le differenze. Contro il capitale globale, a cui si è ispirata la Rete Lilliput italiana, spiega in che modo.