Cox o Il corso del tempo

“Conferma Ransmayr come uno dei pochi capaci di riuscire al sublime.” la Repubblica

Il grande imperatore cinese Qiánlóng, l’uomo più potente dell’epoca, invita alla propria corte a Běijīng il celebre orologiaio inglese Alister Cox. Vuole che costruisca per lui preziosi e raffinatissimi strumenti che sappiano misurare le diverse velocità con cui scorre l’esistenza umana, nei suoi svariati momenti: il tempo dell’infanzia, dell’amore, della felicità, della malattia e del morire. Pur turbato da quella società rigidamente gerarchica, dominata da un sovrano simile a un dio per ruolo e ricchezze, Cox decide di mettere in campo tutto il suo ingegno e la sua esperienza per soddisfare le richieste dell’imperatore. Esauditi questi primi desideri, Qiánlóng pretenderà dall’inglese anche la costruzione di un orologio in grado di misurare l’eternità. Consapevole dell’impossibilità del compito, ma spinto nel tentativo da un sogno a lungo coltivato, Cox si mette al lavoro. Sullo sfondo dello splendido diciottesimo secolo cinese, Christoph Ransmayr racconta l’incontro di due figure storiche che, nella realtà, non si incontrarono mai. La potenza del racconto dà vivace corpo a una suggestiva riflessione sullo scorrere della vita, in una lingua elegante e precisa quanto i delicati dispositivi che scandiscono il tempo.