Da piccolo ero un genio

Sette capacità da non perdere diventando adulti

di Anna Granata

Grandi artisti che mostrano le proprie opere, scienziate ingegnose che cercano di scoprire le leggi della natura, raffinati filosofi che si interrogano sul senso della vita: siamo stati tutti così, nel tempo dell’infanzia. Poi qualcosa è cambiato. Un potente e impercettibile filtro selettivo entra in gioco con le prime esperienze in famiglia, a scuola, nello spazio pubblico. L’idea che ci siano forme di intelligenza da coltivare e altre no inibisce molte delle nostre qualità espressive e immaginative. Eppure, tenere in mano una matita o arrampicarsi su un albero, comunicare con l’espressività del corpo o mettere all’opera la propria capacità intuitiva sono dimensioni connesse alla possibilità di immaginare alternative di vita e di lavoro. È di queste capacità che sentiamo urgente bisogno, anche a livello collettivo, per immaginare un diverso rapporto con la natura e col pianeta, così come altri modi di intendere i confini tra popoli e culture. Da piccolo ero un genio– un po’ saggio scientifico un po’ graphic novel – è un libro scritto per un lettore adulto disponibile a mettersi in gioco come essere umano, ma anche come insegnante, formatore o genitore. Se riscoprire le capacità dell’infanzia è una straordinaria opportunità per ognuno di noi, trattare con cura le capacità dei bambini di oggi è il miglior investimento per il nostro comune futuro.

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