Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
Lavorando con Maurizio Milani è difficile scegliere: scegliere i pezzi da pubblicare (scrittore prolificissimo), scegliere i titoli (una lunga raccolta di titoli geniali per ciascuno dei suoi libri), scegliere tra le numerosissime citazioni di colleghi artisti, giornalisti e critici illustri, tutte dense della stessa ammirazione senza riserve.
E infine, scegliere il taglio. Perché Milani è trasversale, spazia dall’arte al costume, dal quotidiano all’economia (appunto!), trovando sempre una prospettiva originale e spiazzante per proporre la sua visione del mondo, surreale e nel contempo molto incisiva.
Non è una novità: abbiamo sempre creduto che Maurizio Milani fosse un comico eccezionale. E un acuto interprete del nostro tempo. E uno straordinario entertainer. Ma anche un bravissimo scrittore.
Per presentare il suo settimo libro, in un momento in cui tutti coloro che si occupano a vario titolo di cultura e spettacolo si dichiarano “innamorati fisso” di lui e lo vogliono con sé sulle pagine dei loro giornali e nei loro programmi alla radio e in tv, Kowalski desidera cedere la parola ad alcuni dei fan più accaniti:
“Modesta proposta: prima o poi, bisognerà decidersi ad accogliere Maurizio Milani nel posto che gli spetta. Tra i grandi scrittori italiani. Due sono le cose che uno scrittore dovrebbe avere: un mondo e una lingua. Maurizio Milani ha un mondo, e ha anche una lingua. Sei libri in dodici anni bastano e avanzano per accertarne la bravura, se uno non ragiona così male da scambiare il divertimento per il nemico numero uno della letteratura.” Mariarosa Mancuso, Il Foglio