Arthur Schnitzler è considerato uno degli autori più importanti della grande stagione culturale viennese e mitteleuropea fra Ottocento e Novecento. Iniziò la redazione di un Diario dal 1879, quando aveva diciassette anni e continuò per tutta la vita, fino al 19 ottobre 1931, due giorni prima della morte. Storicamente l’arco di tempo va dalle celebrazioni per le nozze d’argento dell’imperatore Francesco Giuseppe e di sua moglie Elisabetta di Baviera, fino a due anni prima della presa del potere da parte di Hitler.
I Diari, pubblicati in dieci volumi dall’Accademia austriaca delle scienze (1981-2000) e di cui il curatore presenta un’amplissima scelta, aprono la vista sul laboratorio della scrittura, ci fanno conoscere lo sviluppo interiore dell’autore, le sue ansie, le sue spietate autocritiche, ma rivelano anche i fatti della sua quotidianità, dell’epoca, dell’ambiente in cui vive. Schnitzler si confronta con estrema lucidità e coscienza critica con figure e problemi del tempo. I Diari sono lo spaccato autentico di questo confronto, in un’epoca in cui avvenivano profonde trasformazioni della società e dell’individuo e il fenomeno artistico assumeva nuove dimensioni. Nei Diari si parla di problemi estetici, letterari, politici, sociali: della scoperta della psicoanalisi, dell’antisemitismo, del sionismo, ma anche del Simbolismo, del Decadentismo, del Naturalismo... E i nomi che vi ricorrono sono quelli di Stendhal, Baudelaire, Nietzsche, Freud, ma anche D’Annunzio, Pirandello, Klimt, Wagner, Mahler...
Le Lettere, pubblicate in due volumi dalla casa editrice Fischer, vanno dal 1875 al 1931. La prima lettera presentata nella nostra raccolta è datata 10 aprile 1875, Schnitzler aveva allora tredici anni, ed è diretta al padre Johann, professore universitario e famoso laringoiatra; l’ultima è una cartolina postale diretta al figlio Heinrich ed è datata 10 ottobre 1931, undici giorni prima della morte. A differenza dei Diari, in cui prevale il tono di confessione, non di rado liberatoria, le Lettere sono, com’è naturale, più controllate e studiate, ma non meno rivelatrici della capacità di Schnitzler di registrare, elaborare e discutere i molteplici fermenti che percorrono il suo tempo. Alcuni dei più autorevoli interlocutori epistolari sono Thomas Mann, Alma Mahler, Werfel, Zweig, Rilke, Hofmannsthal, Gorki...