Non era mai stata tentata finora, con queste dimensioni, una antologia della poesia universale, dai
Veda ai poeti odierni, dagli antichi inni egizi a Eugenio Montale, Seamus Heaney, Paul Celan, dai salmi biblici e da Saffo fino a Ezra Pound, Yves Bonnefoy e Mario Luzi. L’intento non è critico, tanto meno compilativo: si tratta di un salto nella meraviglia lirica di ogni paese e di ogni tempo, di un viaggio nella sorpresa e nello smarrimento. Libro per la vita, da tenere sempre sul comodino, a divinare i giorni, l’antologia mira a essere un lavoro imperituro, una sorta di
Mille e una notte della lirica mondiale. Non è dunque lettura per gli “esperti”, ma per gli ispirati; per quelli che tra le maglie di un sonetto del Seicento o tra gli oscuri canti di un bardo islandese, tra le giaculatorie di uno sciamano dei deserti o negli snodi poetici di un trovatore di Provenza, scovano un conforto di curiosità, hanno il coraggio di sondare la propria anima. La poesia, si sa, è un rischio e un antidoto: leggerla, oggi, un gesto di sorridente sovversione.
A curare questo lavoro, azzardato e abnorme,
Nicola Crocetti, “l’editore dei poeti”, fondatore della rivista “Poesia”, che ha pubblicato migliaia di poesie di ogni angolo del globo, e
Davide Brullo, poeta, fondatore della rivista avventuriera “Pangea”. Entrambi non sono professori né critici letterari: hanno semplicemente dedicato la loro vita alla poesia.
Non per il superbo che s’apparta
Dalla luna che infuria io scrivo
Su queste pagine di spuma
Né per i morti che torreggiano
Con i loro usignoli e i loro salmi,
Ma per gli amanti, per le loro braccia
Attorno alle angosce dei secoli,
Che non pagano lodi né salario
E non si curano del mio mestiere o arte.
Dylan Thomas