L’Europa ha dimostrato in questi anni di non aver saputo costruire una propria identità politica e di essersi più volte dovuta confrontare con i particolarismi dei suoi singoli membri. Persino la Costituzione europea ha mostrato di non essere quel Santo Graal in grado di risolvere le questioni legate al persistere del predominio delle identità nazionali e dei loro interessi specifici. Potrà mai esistere un ‟cittadino europeo”? O forse comincia già a esistere negli interstizi dei singoli stati? Europolis affronta la questione dell’integrazione europea secondo un doppio binario teorico ed empirico. Da un lato, richiamandosi a una teoria ‟dialogica” della politica, avanza una visione di Europa come sfera pubblica capace di mediare tra autorità politica e popolo grazie a una molteplicità di dialoghi civici continui e simultanei, condotti attraverso i confini culturali e nazionali. Dall’altro lato, presenta uno studio empirico sull’identità e l’attitudine multiculturale di un campione di comuni cittadini italiani emigrati in Germania. Lo studio empirico serve a Patrizia Nanz per mettere a fuoco l’elemento più originale della sua prospettiva, e precisamente il ruolo della ‟traducibilità” e della ‟negoziabilità” delle diverse identità nazionali in vista della loro convergenza verso una comune identità politica europea, traducibilità e negoziabilità che si rivelano il cuore teorico della sua concezione.