‟A volte viene il desiderio di mettere un po’ d’ordine tra le cose che ci siamo lasciati alle spalle. Ma il desiderio resta un pio desiderio se non arriva qualche occasione o spinta. Di recente se ne sono ammucchiate parecchie. Innanzitutto Ex cattedra, il mio primo libro, un diario che raccontava di scuola del 1985-86, sta per fare venti anni. Dieci invece ne sono passati da quando ho smesso di insegnare e, contemporaneamente, di tenere rubriche giornalistiche (Tango’, Cuore’, Corriere della Sera’) sulla scuola. Inoltre è da qualche tempo che, a differenza di vent’anni fa, raccontare la scuola è diventata un’attività diffusa, ma con uno spirito ormai distante da quello che per una dozzina di anni mi ha autorizzato a firmare racconti, commedie, film, interventi di vario genere su quel tema. Tutte queste cose insieme mi hanno fatto decidere a rimettere sguardo e mano su quello che di scolastico ho abbandonato di qua e di là. Moltissima roba l’ho lasciata dov’era, su giornali e riviste, a sbiadire definitivamente. Altre cose, poche, le ho recuperate per metterle accanto a Ex cattedra come testimonianza di una passione e di un percorso. Questo libro per me è una teca. Conserva e insieme espone le reliquie di un lavoro lungo, quello che ho fatto nelle aule per una trentina di anni, quello che ho fatto scrivendo, sia per il gusto di raccontare, sia per amore della scuola pubblica. Non si tratta di stinchi di santo dal profumo che ritempra. Ma per me è stato un tirocinio importante e una parte fondamentale della mia esperienza”.
Domenico Starnone