“A me scrivere in rima viene molto facile. E le facevo quasi da un momento all’altro. La ballata dell’eroe l’ho fatta in cinque minuti, Bocca di rosa in due giorni. Per Marinella, che era già un po’ limata, ci ho messo qualche giorno di più. Ero anche abbastanza furbo da fare rime non abusate. Per La guerra di Piero, per esempio, mi era venuto di getto il verso ‘Dormi sepolto in un campo di grano’. Poi ho cercato sul rimario della lingua italiana cosa faceva rima con grano e ho scelto tulipano, che è una parola già di per sé evocativa di un certo paesaggio.”
Quella di Fabrizio De André è una vita geniale, da ripercorrere attraverso la sua musica. Luigi Viva ci guida in un viaggio per conoscere in profondità l’equilibrio struggente fra il senso dell’ironia e il senso del dramma, il coraggio e la misura, le esperienze di vita del “falegname di parole” e le sue letture, i personaggi di un sottoproletariato che sfugge alla politica, e per questo vicini all’ideale di un’anarchia bonaria. E poi l’amore per i semplici, gli sconfitti e l’attenzione per “gli ignorati e perseguitati dal potere”.
Questo libro è stato scritto tra il 1992 e il 1999, contemporaneamente a Non per un dio ma nemmeno per gioco, e il lavoro fu condiviso con Fabrizio De André, che ebbe l’opportunità di vederlo e commentarlo con l’autore. Con questo secondo volume, ricco di ricordi e testimonianze, si completa così l’idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. Ed è come sentire la voce di De André: attraverso i suoi appunti, la sua calligrafia, le fotografie più intime, gli spartiti originali, i testi autografi con le sue correzioni e i suoi ripensamenti.
“Cantautore? Lo sono, sì. Ma è un termine vago, che non definisce nulla. Se proprio fa comodo un’etichetta, preferirei si dicesse trovatore.” Fabrizio De André