Witold Gombrowicz presenta la sua feroce satira dell'infantilismo
contemporaneo: la storia di un trentenne che una mattina, come in un incubo, si
ritrova sbalzato in una classe scolastica, attorniato da una banda di ex adulti
rimbambocciti. All'inizio si ribella, ma poi si accorge che essere di nuovo un
ragazzino non è poi tanto male…
"Questo libro mette in scena il conflitto dell'uomo con l'uomo e il suo
ambiente, così come il conflitto dell'uomo con la sua propria immaturità,
con ciò che resta in lui di epoche quasi antidiluviane. Si propone di mostrare
l'aspetto tragico dell'evoluzione. Prova a esprimere il conflitto eterno tra
l'uomo e la sua forma, conflitto tanto doloroso oggi come nel corso dei
secoli. C'è un vero e proprio odio, e paura e vergogna, dell'uomo nei
confronti dell'informe e dell'anarchia. Non si tratta a rigor di termine di
un pamphlet, di una polemica, di una critica, ma più semplicemente del lamento
di un individuo che si difende dalla dissoluzione, che reclama spasmodicamente
una gerarchia e una forma, e allo stesso tempo si rende conto che qualsiasi
forma lo sminuisce e lo limita: si difende dall'imperfezione degli altri,
perfettamente cosciente della propria."
Witold Gombrowicz