‟Foravìa”, ovvero ‟fuori mano”, ‟deviazione”, ‟lontano”, ‟strano”. Tutto ciò che scarta dalla quotidianità e che trasforma le eccezioni in sorprese.
Per tre volte il narratore si trova a ‟deviare”. Per andare a un appuntamento sulle colline fuori città, sbaglia strada e passa una singolarissima notte in macchina. Si trova in casa una creatura spaventosa e se ne fa carico, instaurando con lei una curiosa relazione. Sul corso incontra Elisabeth, che sta male, ha bisogno di aiuto – e la città notturna si svela in una peregrinazione fra ospedali e case, un mondo che esiste appena poco più in là, con tutta la sua urgenza e il suo fascino.
Sono tre storie coinvolgenti, complici, taglienti. Dario Voltolini, una delle figure più significative della narrativa italiana, scopre improvvise aperture nel fluire ordinario della vita di tutti i giorni, porte nascoste che si aprono su tempi diversi, su significati ulteriori. E ci accompagna nel cuore semplice di universi paralleli in cui si può sorridere, si può restare sgomenti o conoscere pietà e gratitudine.