Borgomarina. Fra Rimini e Pesaro. Inverno. Gli alberghi son chiusi. Tira vento. Al Caffè dei marinai si gioca, si beve, si spettegola. È tornato Quinto Baldini. Questa è la vera notizia. Quinto che un tempo ha fatto fortuna in Africa con le attività più diverse: riciclaggio di immondizia, traffico di avorio, distillerie di alcolici, coltivazione di fagiolini, montaggio di frigoriferi. Ha conosciuto lo sfarzo e il potere e ha investito in Italia. Peccato che un fallimento ha trascinato l’altro e ora Quinto Baldini, l’avventuriero, vive nella casa della moglie e della figlia, nella casa che moglie e figlia hanno faticosamente salvato dal tracollo. Cerca di farsi perdonare, il buon Quinto, e lentamente torna a frequentare gli amici di un tempo, a riguadagnare la fiducia della figlia Novella, a strappare sguardi alla moglie che non lo vuole neppure incontrare. È allora che Quinto conosce la bella Sasha, una giovane russa che è stata l’amante di Amos Zoli, ex maestro diventato un ricchissimo pescecane. Come pescecane Zoli si fa avanti protestando le cambiali lasciate non pagate da Quinto nella zona e che lui ha rilevato come unico creditore. L’estinzione del debito del resto potrebbe essere automatica se Novella, la figlia di Quinto, volesse… Torna l’ossessione del fallimento e la morsa del ricatto, ma intanto Amos Zoli viene trovato morto. Quinto Baldini, accusato, finisce in galera. È lui il colpevole? O Sasha, improvvisamente scomparsa? O un transessuale frequentato sia da Zoli che da Sasha? La verità sta altrove e, in qualche modo, è spaventosa.