Saïda Bénérafa, la voce narrante del libro, nasce negli anni quaranta in Camerun, nel villaggio di New-Bell Douala, soprannominato Cuscus. La sua nascita non è motivo di gioia per il padre che, in quanto femmina, la considera solo di peso per la famiglia. Saïda arriva vergine ai vent'anni: prima ne è orgogliosa, poi comincia a soffrirne e si inventa un fidanzato francese che suscita l'invidia delle altre, infine si rassegna a un destino di solitudine a vita con tanto di ufficiale ‟certificato di verginità” rilasciato dal farmacista del villaggio. Derisa da tutti perché non è riuscita a trovarsi un marito in una società dove la donna è sposa o non è niente, solo dopo la morte della madre, le si apre all'età di quarant'anni la prospettiva di una vita nuova, lontana dalla miseria e dalla cultura tradizionalista e maschilista del suo paese. Saïda lascia il Camerun per Parigi dove una cugina ricca e maritata, Aziza, la accoglie come donna delle pulizie ma poi la scaccia. Saïda, sola in una città straniera, trova allora vitto e alloggio presso una donna senegalese, forte e indipendente, Ngaremba, che la incoraggia sulla via dell'emancipazione. Nella multietnica e chiassosa Belleville, Saïda conosce un altro emarginato come lei, Marcel, e con lui scoprirà anche il sesso all'età di cinquant'anni. Calixthe Beyala mescola i toni del dramma e della commedia, sfodera pietà e ironia, rappresenta sofferenza e gioia di vivere, descrivendo due condizioni di vita, entrambe ricche di contraddizioni: nella prima parte l'esistenza colorata, rumorosa, esuberante di un villaggio camerunese, e nella seconda quella degli immigrati africani in una città come Parigi, oscillante tra gelosa conservazione delle tradizioni e apertura verso culture differenti.