Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
C’è un probo padre di famiglia quarantasettenne che lascia la retta via e decide che il modo migliore per cominciare la sua nuova vita è frequentare le cattive compagnie: suo figlio. C’è un pamphlet al servizio dei visitatori extraterrestri sulle funzioni del corpo umano: sapevate che uomini e donne comunicano attraverso i capezzoli? C’è una urologa âgée e sexy che approccia il suo paziente con disinibita professionalità, per un intervento ambulatoriale tra il set di un film porno e la casa degli orrori. Ci sono ricchi viziati proprietari di attici e impegnati in riti di iniziazione (leggasi perdita dell’innocenza) con vacche grigie ungheresi. Ci sono uomini minuscoli, presentatori televisivi sadici, scorpioni velenosi. Ci sono amiche che tra una chiacchiera e una messa in piega evocano demoni vendicatori; e ancora famiglie alle prese con le tempeste ormonali del figlio sedicenne e ragazze che trovano il vero amore dove mai se lo sarebbero aspettato. E poi c’è lui, “il grottesco fantoccio che avete visto riempire i più grandi teatri italiani per dimenarsi sul palco”: Eleazaro Rossi. Voce narrante che, armata di umorismo al vetriolo, ci racconta queste dieci storie piene di miasmatico cinismo e malcelato disprezzo per i nostri vizi e tic mentali. Ma che sa anche sciogliersi come il più flaccido dei pupazzi di neve, davanti ai dilemmi di una bambina. Grande figlio di pu***na ci fa ridere fino a farci male, come un’operazione a cuore aperto senza anestesia.
Perché solo così, forse, possiamo trovare il coraggio di guardarci dentro.
Coccodrilla gli si accucciò accanto. “Ti voglio tanto bene, babbo.”
“Te ne voglio tanto anch’io.”
“Adesso muori?”
“Sì, amore mio. Ma non facciamone una tragedia.”