“Contano i meriti immaginari, quelli che ognuno si attribuisce da sé; sono quelli che occorre premiare”
Ringraziare è difficile. Mette in discussione certezze. Muove gli affetti. Apre la memoria. Soprattutto quando si è un artista che una giuria ha premiato “per l’insieme della sua opera”. La formula del ringraziamento ha delle regole, ci dice il nostro personaggio-autore, e puntualmente ne fa un grottesco elenco. Passando dallo scoramento al furore si lascia visitare dal dubbio (che senso hanno i grazie in un mondo che storpia le emozioni in spettacolo?) e risale, in una sorta di delirio della memoria, all’odio rimosso per il maestro di scuola, origine della sua ribellione contro il conformismo.
Brillante, ironico, coinvolgente; Grazie è un testo scritto per il teatro che si lascia leggere come un monologo brioso, pieno di scatti di intelligenza e umorismo. Un vibrante omaggio di Pennac ai suoi lettori.