Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
Ci vuole addestramento, occorre preferire il fuoco e il fondaco di sé, la sterpaia di una disarmata solitudine, per giungere a questo linguaggio, al Nord del verbo; occorre vivere nella gola del leone, incuranti della propria opera e perfino del significato della parola “opera”, disinteressandosi della poesia e dei suoi altari, altarini e alterchi, per dare alla poesia il nitore della spada e la levità della neve – un corpo da licaone. Certo, è possibile rintracciare le fonti di questo dire, la tessitura di un ragniforme lignaggio – Dylan Thomas, dissero tutti; alcuni, per via dell’arboreo candore, parlarono di Georg Trakl; quanto a lui, riconosce arcani debiti con l’antico maestro, Piero Bigongiari. Sta di fatto che la poesia di Alessandro Ceni, con il suo crogiolo di neologismi, con quell’andatura d’incanto tra la pittura parietale e Star Wars, tra Dante e gli oracoli tibetani, non ha pari nel canone italiano. Troppo austero e aristocratico il detto di Ceni per stare stipato in una cronaca di acquarellisti e di prefiche. È poesia rituale, questa, che fa camminare le querce, da sussurrare al vento, vera e propria kamlanie offerta al millennio venturo, quando l’uomo, proverbiale inganno, non avrà più alfabeti. Da questa brace di verbi, da questi aurei bramiti, ricomincerà il canto: la luna in forma di agnello, i fiumi levrieri, il mestiere e il mestruo, la bestia e il bimbo. La pura vita.
E ci separerà la vita non la morte
rappresentata con tutte le misure umane
leghe metri o millimetri non bastano,
e io scalcio come il resto
di una palla di neve il cuore
in un piccolo cerchio magico
con confini di proteste e parole
disperse tra i peli di un dio.
Alessandro Ceni (Firenze, 1957), poeta e pittore, ha tradotto fra
gli altri Milton, Poe, Mary Shelley, Emerson, Carroll, Wharton,
Scott Fitzgerald. Per “I Classici” Feltrinelli ha tradotto e curato
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