“Parigi, Rue Morgue, fine dell’Ottocento. Sono due gli efferati omicidi perpetrati in un appartamento al quarto piano di un vecchio edificio fatiscente. L’anziana Madame L’Espanaye viene trovata nel cortile interno, orribilmente mutilata e sgozzata. Sua figlia Camille, è stata prima strangolata e quindi nascosta nel luogo più insensato di tutti: la cappa del camino. Due omicidi compiuti in un appartamento situato a un’altezza inaccessibile, sprangato dall’interno, senza il benché minimo segno d’intrusione violenta. Attorno alla sinistra scena del crimine, una ridda di testimonianze contraddittorie riguardo a grida distorte e una voce stridula che si esprime in un linguaggio ignoto.
Nella completa incapacità degli investigatori di abbozzare sia pure una semplice ipotesi, il prefetto di polizia non ha scelta se non far entrare in scena Auguste Dupin, ironico e iconoclasta investigatore del logicamente possibile, ma soprattutto dell’apparentemente impossibile.
E Dupin, esaminando indizi trascurati da tutti, non tarda a rendersi conto che nessun uomo al mondo sarebbe stato in grado di compiere quel doppio, atroce crimine. La risposta, al tempo stesso macabra e beffarda, si trova in fondo a un baratro a molti metri dal suolo, passando per il cavo di un parafulmine appeso nel vuoto, fino a una nave maltese rientrata da uno dei luoghi più remoti della terra. Perché quando la colpa scavalca l’umano, l’unica direzione nella quale guardare non può che essere l’inumano.
Il genio gotico di Edgar Allan Poe riesce ancora una volta a trascinare e a coinvolgere, a stupire e ad affascinare. Rue Morgue è il prodigioso racconto che getta le radici assolute del murder mystery investigativo.” Alan D. Altieri. Tratto da “Racconti” pubblicato da Feltrinelli. Numero di caratteri: 81.222