“Qualsiasi cosa consideri sbagliata per te a trentacinque anni, la rimpiangerai a quarantacinque.”
“Il mio collo fa spavento,” lamenta Nora Ephron, ormai convertita ai maglioni a collo alto e alle camicie alla coreana per coprire quello che le pare un costante e importuno promemoria dell’inesorabile avanzare del tempo. Per capire quanti anni ha una sequoia bisogna tagliare il tronco e contare gli anelli, ma se la sequoia avesse un collo non ce ne sarebbe bisogno. Invecchiare non è roba da rammolliti, diceva Bette Davis, tanto più se sei una donna alle prese con i problemi della “manutenzione” (fitness-tinte-massaggi), con borse in cui non si trova mai niente, e con l’ombrosa adolescenza dei figli. Figli che poi se ne vanno – per fortuna –, ma la preoccupazione è per sempre, e quando alcune delle amiche più care scompaiono, è difficile anche parlare del dolore della perdita, perché a quanto pare in questo mondo la morte continua a essere considerata solo una vaga eventualità su cui non vale la pena perdere tempo. Trattare dell’età incerta compresa fra la maturità e la senilità, e farlo con tanta sincerità, leggerezza e umorismo, è impresa per pochi. Nora Ephron la affronta senza fare una grinza – per quello basta il collo.
Nora Ephron
Nora Ephron (New York, 1941-2012). Scrittrice, attrice e regista, è nota soprattutto come sceneggiatrice e ha avuto tre nomination agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Ha scritto tra l’altro …
