18 racconti e un poemetto in versi. Cinque sono apparsi nella piccola
raccolta I colpi dei sensi (Fahrenheit 451, Roma 1993) . Una partitura a
segmenti narrativi per raccontare come "il due è contrario di uno".
"Questa notizia che – dice De Luca – contrasta con l’aritmetica è l’esperienza
di questi racconti. Da un cordone di madre ai due nodi in vita di una cordata in
montagna si svolge l’avventura di un solitario che si imbatte nella forma del
due. È una rivelazione non sacra, e neppure profana." Una donna entrata in
una fredda stanza a portare l’inatteso calore della contemporaneità dei
corpi, un padre pittore fedele alla sua pittura, al suo "pollice
arlecchino", una suora in paziente attesa accanto alle membra debilitate
del suo assistito, una fanciulla borghese in camicia bianca e gonna blu davanti
al ciclostile "della rivoluzione". Tante emergenze umane, tante forme
in cui si dichiara contraddetta la solitudine, la remissività, la morte. Fra la
memoria di una generazione che per la prima volta "a diciott’anni non
veniva presa per la collottola e sbattuta in guerra contro un’altra gioventù
chiamata nemica" e i molti episodi che hanno ribadito la ricerca
esistenziale e politica di una felicità condivisa si desta l’immagine-chiave
del libro, un uomo e una donna in cordata che escono dalla nube addensata
intorno al pilastro di roccia che stanno scalando: "Siamo quasi fuori,
anche se non si vede la cima. Siamo due; non il doppio ma il contrario di uno e
della sua solitudine sufficiente. La corda s’ammucchia sopra i piedi, lei si
avvicina e io le guardo il nodo stretto in vita. Non per controllare se è a
posto, ma per affetto verso un’alleanza di corda. Che stai guardando?’
dice la sua voce. Guardavo il tuo nodo.’ Se lo controlla: È a posto,
no? Si può sapere che pensi?’ Al numero due,’ rispondo".