Alla ricerca del divano mai avuto e di una bellissima ex amante, mezza lappone. Sulle tracce di una zia ginnasta che volteggiò alle Olimpiadi di Helsinki. In giro da quasi vent'anni per una Stoccolma sempre diversa, sempre in quella settimana di dicembre. Muove da qui la ‟Fiesta” boreale di Ennio Cavalli, la sua ‟corrida” di renne e premi Nobel, tra navi rompighiaccio e miti vichinghi, sotto il sole di mezzanotte. Il Grand Tour scandinavo attraversa Islanda, Svezia, Lapponia, Finlandia, Danimarca, Norvegia, gli arcipelaghi delle Åland e delle Lofoten, si sposta a Bornholm, ‟l'isola delle aringhe”, tocca la Germania dei fratelli Grimm. Baedecker per assimilazione, Il divano del Nord ospita meditazioni sopraffine e itinerari fuori dal comune, grandi scenari e colpi di scena: dallo ‟strappo” islandese fra due continenti, al ‟dialogo” con Jules Verne nelle viscere del vulcano Krafla, dalla Danimarca di Andersen ai soprammobili che ‟pensano”, all'elogio del puukko, il coltello finlandese. Dal Grand Hotel di Stoccolma e di Oslo, che a dicembre ospitano i premi Nobel, all'Icehotel in Lapponia che in primavera ‟va in acqua”, si scioglie completamente. Prelibatezze e piatti ‟a rischio”. Tra questi ultimi, l'aringa fermentata surströmming, il formaggio gjetost, il merluzzo alla liscivia lutfisk, lo squalo hakarl, sepolto e riesumato. Qualcosa di mistico e di domestico, come in tutte le storie ambientate oltre qualcosa. Oltre il Circolo Polare Artico, le notti bianche sono un anticipo di vita eterna, mentre l'aurora boreale dardeggia lampi di buon augurio, secondo una credenza giapponese. In fondo a tutto, l'idea di viaggio. ‟Intanto che sei sotto lenzuola non tue,” scrive Cavalli, tra le pagine di un nuovo Vangelo, in un vento che non si è alzato e non si placa per te, ma pizzica anche la tua pelle, sei il misterioso vicario del vescovo, sei un paracadutato nel cerchio di fuoco che si vedeva dall'alto, un confine vivente, un cicaleccio nel cosmo di un'altra sintassi, anche se nessuno ti dà retta.” Il ‟Divano del Nord” si trasforma così in tappeto volante e si innalza in un'orbita tutta sua.