"Quella donna aveva fra trent'anni e un giorno e quarant'anni e una notte. Soprattutto la notte, la notte che le pesava nelle occhiaie di lutto lento, come la sua andatura di corpo che si presumeva poderoso, si presumeva, perché quasi lo occultava sotto un impermeabile da protagonista di un film francese degli anni trenta, un porto, nebbie, Jean Gabin con la tesa del cappello abbassata sugli occhi. Poteva trattarsi anche dell'impermeabile della triste eroina di Milord, supponendo che la protagonista della canzone della Piaf fosse una battona conil soprabito. Carvalho l'aveva sempre immaginata così e si lasciò conquistare da quella donna appena arrivata, le consegnò la sua stanchezza di giornata inutile, sommata ad altre giornate inutili destinate a pedinare mariti infedeli."