Noto in Italia soprattutto per i suoi studi sulla famiglia e le forme di trasmissione culturale, Jack Goody si è ampiamente occupato di culture asiatiche e africane traendo, in particolare dal lavoro sul campo, la convinzione dell’inadeguatezza della contrapposizione Oriente/Occidente. Il pensiero storico e sociologico, sostiene, ma spesso anche quello antropologico, hanno attribuito all’Occidente un ruolo di primo piano nel processo di modernizzazione messo in atto dalle rivoluzioni scientifiche, economiche e culturali. La gran parte della letteratura storica ha avuto come scopo di dimostrare l’unicità dell’Occidente: democrazia, libertà di commercio e dell’individuo, sviluppo delle scienze, capitalismo sono solo alcuni degli aspetti di questa visione della storia. La supposta supremazia occidentale, in particolare, ha trovato i suoi cantori negli storici, che hanno ‟rubato la storia”, rendendo marginali i contributi delle altre civiltà. Per Goody, al contrario, non esiste una specificità occidentale, e analoghi, o addirittura antecedenti, di concetti costitutivi della nostra civiltà – democrazia, tempo, amore romantico, tra gli altri – si possono rintracciare in culture non occidentali. Scopo del libro è contribuire alla creazione di una nuova metodologia comparativa per l’analisi incrociata delle culture, in grado di valutare più finemente le divergenze storiche ed evitare semplificazioni delle differenze tra Oriente e Occidente.