L’invenzione del Web nei fatti ha prodotto una controrivoluzione ‟proprietaria” di cui ancora non si è percepita esattamente la portata. Il progetto di Internet in realtà era stato pensato in maniera tale da permettere ai creatori di poter sperimentare liberamente. Internet era uno spazio libero in cui la cultura e l’informazione – le idee del nostro tempo – potessero liberamente fluire generando un’inedita libertà di espressione. Questa libertà si sta restringendo, tecnicamente e legalmente, giorno dopo giorno. Potentati economici stanno riconquistando la Rete, trasformandola da forum aperto per le idee in null’altro che televisione via cavo ad alta velocità. Il rischio di un ritorno a un’età medievale in cui pochi gestori dei diritti impongano le proprie regole a tutti sembra non essere più una metafora azzardata.
Lessig, giurista e intellettuale tra i più impegnati nella difesa dei diritti digitali, sviluppa le proprie argomentazioni entrando nel merito della proprietà privata delle idee, riscoprendo il valore delle idee come bene comune, contro la possibilità di una nuova fase di ‟recinzioni”, che già aveva segnato in maniera decisiva l’accumulazione originaria del capitale, decisiva per la Rivoluzione industriale.
Nel libro sono presentati molti casi in cui il sistema del copyright ha messo a repentaglio la creatività e la libertà di parola, presentando altresì delle possibili soluzioni per ridurre la proprietà intellettuale al suo fine originario: la tutela non tanto degli interessi monopolistici delle aziende, quanto del lavoro e della creatività dei singoli.
‟Questo libro è una lettura obbligatoria per chiunque sia interessato al futuro dell’information technology e al suo impatto.”
Mitch Kapor, cofondatore dell’Electronic Frontier Foundation
‟È il più importante libro mai scritto sulla minaccia portata all’innovazione e alla creatività in America e nel mondo.”
Bob Young, cofondatore di Red Hat