Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
Decodificare i suoi messaggi nella comunicazione affettiva
Il silenzio può essere davvero inquietante. Può generare ansia, imbarazzo, timori, nei casi peggiori incomunicabilità. Raramente lo associamo alla calma interiore, a un intimo benessere, all’ascolto e alla condivisione con il nostro prossimo.
Certo, ci vuole pratica per distinguere i messaggi del silenzio. Dobbiamo acquisire capacità di ascolto, di analisi e di comprensione dei propositi, delle aspettative e dei sentimenti che ci vengono tacitamente comunicati. In assenza di scambi verbali, vagliare stati d’animo, richieste implicite e intimi desideri di cui, spesso, non sono consapevoli neppure gli stessi depositari, è un compito impervio. Soprattutto in campo affettivo, contesto in cui fraintendimenti e incomprensioni possono arrecare danni incalcolabili. Occorrono una sensibilità affinata e una salda motivazione che alimenti il bisogno e la volontà di entrare in relazione con gli altri, così da scongiurare gli effetti dei silenzi sabotanti e penetrare, d’altro canto, nella profondità dei silenzi nutrienti.
Non tutti gli individui sperimentano un’esigenza ugualmente intensa di vicinanza e di intima partecipazione alla sfera affettiva altrui. Alcuni sono portati a una dimensione esistenziale più solitaria e usano il silenzio per entrare in contatto più profondo con se stessi, con il proprio mondo interiore. Altri lo utilizzano come meccanismo di difesa, di fuga o temporaneo blackout, quando si sentono incalzati da presenze e pressioni esterne.
In tutti i casi, sempre di comunicazione si tratta: il silenzio esiste come assenza di suoni, ma non può esistere come assenza di comunicazione. Ascoltiamolo.
Protezione, assenso, rabbia, paura, disperazione, cura, ascolto: dietro il silenzio ci sono molte ragioni, differenti manifestazioni, tanti equivoci.
In effetti, il silenzio ci parla in molti modi diversi. Spesso, è più efficace di tante parole e può aiutarci a stabilire con gli altri un contatto più coinvolgente e appagante; a volte, è la pietra tombale di un legame.
Saperlo interpretare e riempirlo di senso fa la differenza.
Dall’autrice del bestseller Meglio sole, un libro che declina le voci più comuni del silenzio per allenarci a riconoscerne le potenzialità e gli effetti nelle nostre relazioni con gli altri e in noi stessi.
Ivana Castoldi, psicologa e psicoterapeuta, ha operato per diversi anni presso il Centro per lo studio e la terapia della famiglia dell’Ospedale Niguarda-Ca’ Granda.
Attualmente esercita la libera professione a …