Jörgen Hofmeester (‟maestro di cerimonie”, in olandese) è separato e padre di due figlie. Lavorava presso una casa editrice rinomata, ma è stato costretto al prepensionamento. Malgrado una sorte per alcuni aspetti avversa, rimane pur sempre il fiero proprietario di una casa signorile nel quartiere più ricco di Amsterdam.
Una vita borghese addormentata. Apparentemente. La prima figlia, Ibi, è stata sorpresa poco più che bambina a letto con l’inquilino cui Jörgen affittava il piano superiore della casa: dopo lo scandalo ha abbandonato definitivamente il tetto paterno. Rimane solo Tirza, la prediletta. Ma anche lei, completati gli studi, sta per lasciarlo. Parte per un lungo viaggio in Africa con il fidanzato, un sosia perfetto di Mohammed Atta, personificazione del Male. Il romanzo si apre con la preparazione meticolosa della festa d’addio per la figlia. Solo nell’autocontrollo del ‟maestro di cerimonie” si percepisce una tensione, un’invisibile minaccia.
La scrittura di Grunberg mima con esiti eccezionali il controllo e il mascheramento delle emozioni incarnati dal protagonista, dietro ogni frase sembra nascondersi una minaccia. Il maestro di cerimonie è un libro raccapricciante e splendido insieme, sulla paranoia sociale, su chi ha perso ogni sicurezza nella vita e pertanto teme il male da fuori, senza riconoscere il male dentro di sé.
”Il nuovo Arnon Grunberg potrebbe essere il romanzo sui Paesi Bassi del dopo 11 settembre. Ci mostra un ritratto inquietante della nostra società auto compiaciuta.”
De Standaard