‟Il provinciale attento alle opportunità, la formica che ha accumulato cultura e professione vede nel Sessantotto un’onda anomala che lo sorprende, lo sballotta, qualcosa che ribalta i valori, confonde le procedure, scompagina le gerarchie.” Così, introducendo le pagine sul Sessantotto. Il ‟provinciale”, che è il ‟personaggio guida” di questa bizzarra autobiografia, balza fuori continuamente. Emerge con il tratto burbero della disciplina sabauda, scivola con severa curiosità sul Paese che cambia, si staglia come il vero protagonista della storia sociale italiana: è lui, il provinciale che va alla conquista del mondo, protetto dalla certezza borghese, sospettoso e al contempo permeabile al nuovo. Consapevole di sé e della sua formazione, Bocca ci restituisce il suo cammino e penetra nel tessuto connettivo del nostro Paese, sommando personaggi minori e personaggi maggiori. La Topolino degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta sembra aprire un’immaginaria pista che arriva sino al presente, per un giornalismo ‟on the road” che è sempre stato un tratto forte del lavoro di Bocca. Dal ‟cumenda” Angelo Rizzoli al ‟cavaliere” Berlusconi, da Enrico Mattei ‟onesto e corruttore” al generale Dalla Chiesa reincontrato tre settimane prima della morte, i ritratti si animano, memorabili, tolstojanamente protagonisti di quella ‟marcia inesorabile degli eventi” che è la Storia.