La forza d’impatto di una bomba. La stessa sensazione sospesa di uno spostamento d’aria. Di qualcosa di potente. Fin dalle pagine dell’inizio, quando due giovani amanti, ubriachi di mezcal in uno sperduto villaggio sul mare, sono sorpresi dallo tsunami. Mentre il Giappone è scosso dal maremoto, intorno al mondo la vita scorre, la vita continua, le persone si amano, si lasciano, si fraintendono, cercano, trovano o non trovano, tengono insieme alla bell’e meglio i pezzi delle loro fragili vite. E sono quattordici storie, in quattordici punti del mondo, perfette come certi romanzi o certe serie inglesi o americane. Il giorno del terremoto in Giappone, ai quattro angoli del pianeta, da Mosca a Dubai, dalla Florida al Mare del Nord, dalla Tanzania alla Slovenia, l’autore coglie segmenti di vite lontano da casa: persone perlopiù in vacanza, safari, crociera, ma anche persone lontane da casa perché costrette a lavorare in un paese più florido del proprio, persone che si sono messe in viaggio per raggiungere qualcosa o qualcuno – un fratello, una rivincita, un colpo di fortuna, una città che amarono da ragazzi. Persone che mentre la terra si sconquassa in Giappone sperimentano, in una specie di geologia interiore, uno sconquasso nelle proprie esistenze, come se gli spostamenti delle placche terrestri fossero una mostruosa proiezione nell’infinitamente grande di ciò che accade, infinitamente piccolo ma ugualmente devastante, negli animi e nelle vite degli uomini.
“Allacciate le cinture. Respirate. Aprite bene gli occhi. Svuotate la testa dai piccoli problemi che vi assillano.Lasciatevi andare. E partite Intorno al mondo con Laurent Mauvignier.” Bernard Pivot, Le Journal du Dimanche