"Katër i Radës. Il naufragio non vuole essere semplicemente un’opera della memoria. È piuttosto il tentativo – attraverso la musica – di liberare l’universo umano di chi è andato incontro a una delle tante tragedie del Mediterraneo: quella di una piccola motovedetta albanese, stracarica di uomini, donne e bambini, affondata nel marzo del 1997 davanti alle coste italiane. Nell’atto unico si affollano i sommersi e i salvati, chi è sopravvissuto e chi è scomparso, le loro voci, i loro pensieri, e soprattutto il loro viaggio verso il buio, pieno di grandi ansie e piccoli desideri, sogni e paure, digressioni, apparizioni, improvvise rammemorazioni."
L’opera del compositore albanese Admir Shkurtaj, realizzata in collaborazione con i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce diretti da Salvatore Tramacere, ha come soggetto l’affondamento nel Canale d’Otranto della motovedetta Katër i Radës carica di 120 profughi in fuga dall’Albania piombata nel caos della guerra civile. In quel venerdì santo del 1997 perirono oltre 80 persone (31 tra queste avevano meno di 16 anni). Alessandro Leogrande, autore del reportage narrativo "Il naufragio. Morte nel Mediterraneo" che già esplorava il destino della Katër i Radës, torna a percorrere la memoria di quella tragedia nel libretto di questa grande opera, allestita alle Corderie dell’Arsenale per il 58. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia. Numero di caratteri: 54.357