“Cinque giorni di anarchia non durarono più della vita di un fiore”
Incarcerato una ventina di volte, condannato a morte in numerosi paesi, la vicenda umana di Durruti è degna di un romanzo d’avventure. Impossibile stabilire di quante rapine e attentati sia stato davvero autore. Ogni volta che accadeva qualcosa di eclatante la responsabilità ricadeva subito su Durruti, e sul gemello militare Filippo Ascaso, anche quando in realtà erano in prigione. Buenaventura Durruti era un operaio metallurgico: rivoluzionario, imprigionato, esiliato, protagonista della liberazione di Barcellona il 19 luglio 1936 e infine comandante della leggendaria colonna anarchica sul fronte d’Aragona. Fu uno dei protagonisti a tutto tondo della rivoluzione spagnola, che bloccò il passo per tre lunghi anni al franchismo, nonostante l’appoggio diretto degli eserciti tedesco e italiano. Enzensberger, attraverso la tecnica di montaggio di materiali – testimonianze, interviste, documenti, articoli, parole dei protagonisti e ipotesi degli storici –, ripercorre in questo “romanzo” la vicenda della rivolta anarchica catalana e della guerra civile spagnola. La “breve estate” dell’anarchia, le sue folgoranti vittorie popolari, l’assunzione del potere, l’applicazione della “indisciplina organizzata” persino in piena guerra, gli errori d’ingenuità, il dogmatismo, l’incredibile slancio di solidarietà di massa, gli abusi, vengono qui rivissuti attraverso la figura di uno dei più straordinari eroi.